Corinne Isoni
Il piccolo Simone, arrivato inaspettatamente, proprio come un dono dal cielo, è la gioia di tutti. La mamma Elena, seppur molto giovane e ragazza madre, decise di tenere Simone. Lo desiderava con tutta se stessa, pur consapevole di tutto ciò che comporta l’essere ragazza madre. Durante tutta la gravidanza ha avuto pieno supporto e aiuto da parte dei suoi familiari, e in particolare della futura nonna Marta.
Nel tempo, alcune questioni sullo stile educativo da dare al piccolo, hanno creato delle crepe nei rapporti tra Elena e i suoi genitori, diventati dei nonni amorevoli e sempre presenti.
Elena, dopo diversi scontri e litigate, tronca di colpo i rapporti con la propria famiglia di origine e per parecchi mesi li evita, non consentendo ai nonni di vedere e frequentare il bambino.
Marta, il marito e il figlio, vorrebbero continuare a vedere e vivere il proprio nipotino.
Marta, ormai esausta della situazione e piena di sofferenza, decide di rivolgersi al suo legale di fiducia, il quale consiglia di attivare una mediazione familiare, ben consapevole del fatto che evitare il ricorso in giudizio e scegliere la mediazione tra generazioni come strumento per tutelare i diritti dei nonni, vuol dire risparmiare tempo e denaro e preservare le relazioni e i legami affettivi.
Il mediatore è un facilitatore, un catalizzatore che lavora sui legami, sulle connessioni tra i ruoli.
La mediazione permette a ciascuno di prendere il proprio posto come soggetto, come genitore, come nonno, e di riconoscersi in questi ruoli.
L’obiettivo della mediazione intergenerazionale è quello di ricercare modalità condivise che permettano la ripresa di rapporti tra i membri di una stessa famiglia ma appartenenti a generazioni diverse.
Spesso, a chiedere l’intervento della mediazione sono le nonne paterne, che, soprattutto a seguito di separazioni della coppia, sperano di poter riannodare un rapporto di fiducia con la nuora e rivedere i nipoti senza dover ricorrere al giudice.
Con il percorso di mediazione intergenerazionale sono sufficienti due o tre incontri di un’ora e mezza ciascuno in cui, davanti ad un terzo super partes, due adulti che sono legati affettivamente ad un bambino o adolescente ripristinano un dialogo e trovano soluzioni condivise, affinché tutti “vincano”.
Nel caso che vedeva protagonista il piccolo Simone, il percorso è stato un pò più lungo, con incontri che duravano dalle tre alle cinque ore di seguito.
Il primo incontro è forse stato il più intenso e faticoso per le parti. I componenti della famiglia non riuscivano neanche più a guardarsi negli occhi, si chiamavo per nome, evitando di appellarsi con i propri ruoli famigliari (mamma, papà e fratello).
E’ stato riconosciuto e identificato il conflitto da parte di tutti.
Le parti, con l’aiuto del mediatore, sono riuscite a ristabilire la comunicazione.
Durante il secondo incontro è emerso che gran parte del conflitto era legato a stili comunicativi e modelli educativi appartenenti alle due donne della famiglia che entravano costantemente in contrasto.
Il mediatore ha ritenuto opportuno sollecitare le parti nell’avvio di un supporto psicoterapeutico, che coinvolgesse nello specifico la mamma e la nonna materna del piccolo Simone.
Dopo un faticoso percorso, le parti hanno manifestano il desiderio, di ricercare uno stile comunicativo, volto al rispetto della persona, del suo vissuto e dei suoi sentimenti, privilegiando una comunicazione non violenta e impegnandosi a creare un clima familiare sereno e positivo, evitando di coinvolgere il minore in eventuali conflitti.
Elena ha compreso l’importanza di salvaguardare l’interesse del minore a non essere privato nel suo percorso di crescita e formazione dell’apporto affettivo e della frequentazione dei nonni materni con i quali vi è, fin dalla nascita del piccolo Simone, un significativo legame che va preservato, valorizzato seppur distinto da quello genitoriale.
Sono sicura che con questa mediazione abbiamo ottenuto un risultato soddisfacente per tutti, in primis per il piccolo Simone, che potrà riabbracciare i propri nonni, vivendo in un clima familiare di armonia e amore.